TREKKING A CAVALLO DAGLI TSAATAN

Tra gli allevatori di renne della taiga mongola

Dal 12 al 27 agosto 2023
(Viaggio uguale confermato dal 7 al 21 Agosto)

COSTO DEL VIAGGIO
Minimo 4 persone Massimo 8

€ 1800
(supplemento singola per dove è possibile 160 €)

 

Il viaggio porta tra gli Tsaatan, gli allevatori nomadi di renne che vivono in Mongolia ed a Tuva, nella Siberia meridionale, in una regione caratterizzata da grandi laghi e dalle foreste delle taiga. Si esplora a cavallo un territorio alle estreme propaggini settentrionali della regione di Khuvsgul, famosa per l’immenso lago, chiamato dai mongoli “Il mare”, l’unico ‘mezzo’ che consente di arrivarci, perché procedere a piedi sarebbe molto difficile e faticoso. In Mongolia gli Tsaatan sono meno di 300 individui e vivono in un luoghi di eccezionale bellezza, accessibili solo a cavallo, dove sono rimaste molto vive le tradizioni ancestrali sciamaniche.

Pur essendo così in pochi, il loro nome è conosciuto fuori dalla Mongolia per via di alcuni approcci giornalistici che li hanno designati alla stregua del ‘buon selvaggio’, esaltandone l’isolamento; ma, stante la loro remotissima ubicazione, che richiede vera autosufficienza per la sopravvivenza, oggi fortunatamente possono usufruire di alcuni dei benefici dell’epoca moderna: mandano i figli a studiare in paese, possono usufruire del presidio medico e stanno cercando di promuovere il turismo come forma di sussistenza a fianco dell’allevamento di renne. Questo sviluppo nulla toglie all’interesse che regala un incontro con loro, anzi, pone il rapporto su basi reciproche più eque; si è così deciso di trasformare le nostre belle esperienze personali in questi luoghi in un viaggio da condividere con altri. Il gruppo potrà essere al massimo di 8 partecipanti, per non fagocitare con una presenza eccessiva di visitatori.

Da Ulaanbaatar si raggiunge in volo Murun e si parte da qui con mezzi 4×4 per esplorare il lago Khuvsgul e raggiungere Tsagaannuur, da dove si parte coi cavalli per raggiungere il territorio degli Tsaatan. Rientrati, ci si dirige verso sud nelle zone vulcaniche del lago Terkhiin Tsagaan Nuur, e, rientrando a Ulaanbaatar, si completa con le parti storiche classiche di Kharkhorin, Erdenee Zuu e Shank.

 Modalità del viaggio

Per l’intero viaggio vengono utilizzati veicoli a quattro ruote motrici, solitamente Uaz, seguendo sia strade che piste tracciate dal passaggio di altri veicoli; i tratti asfaltati sono nei pressi della capitale e lungo alcune arterie stradali principali. Le Uaz russe sono i mezzi più idonei per la Mongolia: sono il tipo di veicolo più diffuso e ogni eventuale problema tecnico può essere facilmente risolto pressocchè ovunque, sono molto solide e comunque comode. La velocità sugli sterrati è abbastanza buona, si tengono medie di circa 50 km/h con alcuni tratti anche più veloci o più lenti in relazione all’irregolarità del terreno. Il percorso complessivo previsto è di circa 1900 km.

Fuori da Ulaanbaatar, dove si alloggia per due notti in hotel a tre stelle, si pernotta due notti in hotel locali, quattro notti consecutive in tenda (campo mobile) durante il trekking a cavallo, due presso famiglie locali che mettono a disposizioni delle semplici gher, le tipiche tende mongole, tre nei campi fissi di gher forniti di letti con lenzuola e asciugamani (in questi campi si trovano anche servizi e docce con acqua calda, la cucina proposta è semplice ma sostanziosa e anche vegetariana). I campi mobili vengono allestiti con tende di tipo europeo a due posti e si dispone di una tenda comune dove mangiare; cucina e allestimento delle parti comuni sono curati dal nostro personale mentre le tende individuali vengono montate dai partecipanti, se necessario con l’aiuto degli assistenti. Viene fornita tutta l’attrezzatura necessaria dall’organizzazione, ad eccezione del sacco a pelo. La cucina proposta è semplice ma sostanziosa, anche vegetariana.

 

 Partecipare al trekking a cavallo

Per partecipare al trekking a cavallo bisogna avere una discreta forma fisica, ma non servono precedenti esperienze come cavallerizzi; è però importante potersi sentire a proprio agio in situazioni di fatica anche prolungata ed eventualmente in condizioni climatiche avverse. Si percorrono due tappe giornaliere a cavallo per un totale da 4 a 6 ore al massimo, con il supporto di altri equini accuditi dai nomadi locali, che trasportano il bagaglio e tutta l’attrezzatura. Vengono utilizzati animali docili, facilmente cavalcabili anche dai non esperti, rendendo così il percorso alla portata della gran parte delle persone. Si consiglia di portare con sé ghette o stivali per coprire l’interno della parte inferiore delle gambe, giacca e pantaloni antipioggia.

Clima e attrezzatura

Il clima di Agosto è mediamente piuttosto secco, le temperature previste sono tra i 20 e i 25 gradi, con possibili punte minime notturne sotto lo zero; le regioni più settentrionali, la Taiga, il lago Khuvsgul e fino al lago Terkhin Tsagaan presentano un ambiente più umido, dove sono possibili piogge. Per le notti in tenda, presso le gher famigliari a Tsagaannuur e al monastero di Shank è necessario avere a disposizione un sacco a pelo il cui gradiente termico minimo consigliato sia di -5°C; °; Sain Sanaa può procurarlo sia a noleggio (€ 25), fornendo anche un sacco lenzuolo da utilizzare all’interno dello stesso, che acquistandolo a € 50. Nelle gher (ma non in quelle di Tsagaannuur) vengono fornite lenzuola pulite e coperte. Prevedere un abbigliamento che possa essere resistente ad acqua e vento, scarponcini tipo trekking leggeri possibilmente con l’interno in goretex, portare creme protettive per il sole e occhiali. Per le escursioni a piedi è utile avere un proprio zaino con cui portare l’occorrente per la giornata. Si tenga presente che lungo il percorso non ci sono lavanderie.

Alcuni cenni generali e storici

La Mongolia è vasta quasi cinque volte l’Italia e la maggior parte del territorio è situata a quote piuttosto elevate, con un’altezza media di circa 1600 metri e poche aree coltivabili. La popolazione di circa 2,4 milioni si disperde con una densità di solo 1,3 abitanti per chilometro quadrato; la matrice culturale dei mongoli è tipicamente nomadica e nei contenuti abbina tratti di sciamanesimo alla sofisticazione del buddismo tibetano. L’ambiente naturale presenta quattro aree principali: a nord il territorio della taiga, dei grandi laghi e delle foreste di conifere, a ovest i monti dell’Altai, dal centro ad est le steppe e la regione degli altopiani, mentre il sud è il regno del deserto del Gobi.

Le origini della Mongolia secondo le fonti storiche si individuano nella presenza di tribù di stirpe unna a partire dal V secolo e di stirpe turca dal VII secolo. Nel XII secolo la figura mitica di Gengis Khan porta all’unificazione territoriale e sono di questo periodo le più antiche testimonianze documentate. La massima espansione dell’impero mongolo giunse al Mar Giallo ad est ed alla piana del Danubio ad ovest, grazie alla capacità combattiva degli indomabili guerrieri nomadi mongoli, abilissimi cavalieri che seppero adottare strategie razionali ed equipaggiamenti efficienti.

L’occupazione sovietica nel secolo scorso è stata devastante, sia per il tentativo di rendere sedentaria una popolazione storicamente nomadica, sia per la furibonda repressione culturale: al tempo dell’instaurazione del regime sovietico nel 1921 circa 100.000 monaci vivevano in 700 monasteri, ma nei decenni successivi le cerimonie furono dichiarate fuorilegge ed i luoghi di culto furono inizialmente chiusi e poi quasi tutti distrutti. Furono risparmiati solo alcuni dei monasteri principali ed oggi in tutta la Mongolia se ne contano solo una ventina. La libertà di culto è stata reintrodotta solo dal 1990 e da allora l’antico legame con il buddismo tibetano si va rinsaldando; sono attivi anche missionari cristiani appartenenti in maggioranza a chiese minori nordamericane a caccia di conversioni.

Oggi la Mongolia è indipendente ed è ricca di risorse naturali, il cui sfruttamento rischia ora di stravolgere l’ambiente naturale e il tessuto sociale. Al di fuori della capitale si trovano pochi insediamenti urbani, fondati durante l’impero sovietico del dopoguerra per motivi industriali e produttivi, dove si trovano strutture educative e sanitarie. Il sostentamento della popolazione nomadica è costituito dall’allevamento di animali quali cammelli, yak, cavalli, pecore e capre; la maggioranza dei nomadi vive nelle gher, le tipiche tende mongole.

 (clicca sulla mappa per ingrandirla)

PROGRAMMA DEL VIAGGIO

Si ricorda che l’itinerario previsto può subire modifiche dovute a fattori naturali e climatici

 

                                  

 

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